TENDINITE DEL ROTULEO

Che cosa è

I quattro capi che compongono il quadricipite femorale (vasto mediale, vasto intermedio, retto femorale, vasto laterale) si uniscono distalmente costituendo il tendine quadricipitale che si inserisce sulla patella. Le fibre più superficiali del tendine, passano al davanti di essa e continuano in basso con il legamento patellare, o tendine rotuleo, che si inserisce sulla tuberosità tibiale. Nel momento in cui il quadricipite femorale si contrae il tendine viene trazionato e questo permette l’estensione della tibia e quindi della gamba.
La tendinite del rotuleo interessa principalmente la parte prossimale dello stesso, ovvero a livello del polo inferiore della rotula. Le cause che possono portare a infiammazione tendinea sono molteplici e si dividono in intrinseche ed estrinseche. Le cause intrinseche sono rappresentate da un disallineamento femoro-rotuleo, una rotula alta, una alterata attivazione del muscolo retto femorale; le cause estrinseche sono rappresentate da una ipersollecitazione del tendine stesso a causa di particolari attività lavorative o sportive, l’utilizzo di calzature non adeguate, l’allenamento su superfici sconnesse. Queste condizioni causano la comparsa di infiammazione e microlesioni che con il tempo possono portare a degenerazione del tendine stesso e a una maggiore probabilità di rottura.
La tendinopatia è comune in soggetti che praticano sport in cui vi è un frequente attivazione quadricipitale ad esempio Basket, Volley, Football, atletica leggera e sollevamento pesi.

Come si manifesta

Il sintomo principale della tendinopatia rotulea è rappresentato da un dolore localizzato nella parte anteriore del ginocchio a livello del polo inferiore della rotula e esacerbato dall’estensione della gamba contro resistenza o nell’atto di accovacciarsi. Raramente è presente tumefazione del ginocchio. Il dolore compare principalmente durante lo svolgimento dell’attività sportiva mentre solo in fase avanzata è presente anche a riposo.
Il tendine, in soggetti giovani con tendinosi o in soggetti anziani che compiono sforzi senza una adeguata preparazione muscolare, può andare incontro a rottura parziale o totale e in questa condizione il soggetto lamenta un dolore importante, non è in grado di deambulare e il ginocchio è tumefatto.
Quali esami sono utili
La diagnosi è sia clinica che strumentale e prevede la valutazione della dolorabilità del paziente alla digitopressione e all’esecuzione di contrazioni muscolari contro resistenza.
In caso di lesione tendinea il ginocchio sarà tumefatto, potranno esserci aree ecchimotiche, potrà apprezzarsi un “vallo” e l’estensione della gamba non sarà possibile.
Gli esami strumentali raccomandati sono l’esame ecografico e la RMN. La radiografia non è un esame indicato perché ci permette di vedere esclusivamente calcificazioni macroscopiche intratendinee e la risalita della rotula in caso di lesione (sempre presente).

(RMN-lesione tendinea)

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Come si cura

Il trattamento della tendinite rotulea in fase acuta prevede essenzialmente il riposo accompagnato dalla crioterapia, quest’ultima non è consigliata in fase cronica perché determinando vasocostrizione non permette la vascolarizzazione già precaria del tendine stesso. È possibile associare l’utilizzo di antinfiammatori locali e sistemici e l’utilizzo di tutori.
In fase cronica è importante eseguire esercizi di rinforzo della muscolatura quadricipitale e di stretching dei muscoli dell’arto inferiore, terapia fisica per favorire la vascolarizzazione del tendine, modificare il tipo e i carichi dell’allenamento in maniera da ridurre le sollecitazioni sul tendine rotuleo ed è raccomandato, inoltre, l’utilizzo di solette o plantari adatti.
Il trattamento chirurgico viene riservato ai casi in cui vi è una rottura eseguendo la tenorrafia.

Dopo l’intervento

Dopo l’intervento di tenorrafia il paziente dovrà utilizzare un tutore articolato inizialmente in estensione e poi con diversi gradi di libertà. In una fase iniziale il carico non sarà concesso e la flessione del ginocchio potrà essere eseguita passivamente con l’ausilio di Kinetec o con l’aiuto di un fisioterapista. A partire dalla terza settimana di notevole importanza sarà il recupero del tono quadricipitale e il recupero completo del ROM. Il fisioterapista si servirà anche di terapia fisica per favorire la vascolarizzazione e la rigenerazione del tendine. La terza fase di recupero post-intervento prevede oltre al rinforzo muscolare anche il recupero propriocettivo ed esercizi di stretching quadricipitale. Il ritorno all’attività fisica (corsa) si avrà a circa 3-4 mesi dall’intervento mentre la piena funzionalità dell’arto non verrà riacquisita prima di 6 mesi circa.

Complicanze

Le complicanze più frequenti sono rappresentate dal recupero non completo del ROM del ginocchio e dalla possibilità di reinjury.